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quanto è importante adattare perfettamente i circuiti radioricevitori autocostruiti ?

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Messaggio Da iz3jzo Gio Ott 09, 2014 12:49 am

diario di bordo:


Per un ambito hobbistico-didattico non ha grandissima rilevanza, ma per chi vuole spingersi al massimo, bisogna essere fobici meticolosi.
Prendiamo come esempio un amplificatore a 1 solo componente attivo transistor, uno a caso, il noto quasi a tutti 2n5109 ,dalle buone performance,
adiamo a vedere sul circuito con l'opportuno analizzatore vettoriale, la sua base, che al variare della corrente che circola su di esso varia la sua capacità e varia delle cose,
bene ,ai più , gia che funzioni ,è una meta, mando 1dB, prevedo 10dB, vien fuori 9.82dB , funziona.
in genere i transistor lavorano sempre bene , anche senza adattarli perfettamente ai 50 Ohm, c'è un però,
ma se prima o dopo, nella catena ricevente ,  c'è un altro stadio, magari un filtro a cristalli a 8 poli?

In un filtro a 8 poli in genere son presenti matematicamente e no solo, 29 capacità e 8 induttanze, se poi i filtri sono due o tre, salvati.
le tolleranze sono molto basse, e un minimo disadattamento comporta del ripple sulla cima del filtro, intermodulazione, aumento del rumore di fondo, autooscillazioni del cicuito seguente ecc....
Tengo a precisare che il componente di turno non è lui solo dentro la scatola, ma lavora coeso nell'insime.
le soluzioni sono 3
1 :copiare spudoratamente schemi altrui e affidarsi al fato o alla fata turchina.
2 :seminare resistenze ovunque e adattare tutto a 50ohm, è un'ottima soluzione valida e funzionante, ma è un pò castrato.
3 : adattare meticolosamente le reattanze e l'impedenza, anche usando i trasformatori, e nelle situazioni più critiche , aggiungendo anche piccole resistenze di attenuazione aiuta.
 attenuando, a volte si guadagna.


Impiegandoci giornate, decenni, per alcuni ,
e usando gli strumenti opportuni, o quelli che più gli tirano simile, si fa la differenza da un bel lavoro a un buon lavoro perfetto.
E' impossibile? no , è costoso? quasisempre .

serve tanta volotà  e voglia di "concepire l'andare in onda".

quando?

prima o dopo


ciao

iz3jzo

Messaggi : 15
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Località : Lavagno

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quanto è importante adattare perfettamente i circuiti radioricevitori autocostruiti ? Empty L'uscita degli stadi va adattata all'ingresso di ciò che segue . . .

Messaggio Da Corrado Gio Ott 09, 2014 1:44 pm

la mia opinione in merito all'accoppiamento di un dispositivo attivo ad un carico reattivo come un filtro è la seguente:
-  sapere a quale impedenza è stato calcolato il filtro,
-  definire la "resistenza di carico" ottimale a cui si intende far funzionare il dispositivo attivo (transistor),
-  adattare l'impedenza del filtro alla "resistenza di carico" prevista per il transistor; la chiamo resistenza di carico in quanto è necessario compensare le componenti reattive del filtro. Tale compensazione si esegue con circuiti LC risonanti o con reti di adattamento a L che "mangiano" la componente reattiva EQUIVALENTE presentata dal filtro e trasformano i valori di impedenza dei due elementi da accoppiare (transistor e filtro);
-  terminare l'altro capo del filtro con adeguata rete di compensazione o spudoratamente su carico resistivo puro (caso di entrata in un gate di un MOS-FET che presenta impedenza elevatissima)
-  ovviamente la compensazione della parte reattiva esiste solo all'interno della banda passante mentre fuori banda le componenti reattive diventano mostruose, ma d'altra parte è per questo che i segnali fuori banda non passano dal filtro, proprio perchè vengono "riflessi" o cortocircuitati a massa a causa dello spaventoso disadattamento di impedenza . . .
Tali riflessioni possono dar fastidio a taluni componenti attivi e quindi un diplexer che termina le componenti di frequenza fuori banda aiuta parecchio.
La storia sarebbe lunga e quindi da proseguire di persona . . .

Ciao

Corrado

Corrado
Ospite


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